A distanza ormai di un mese, la Comunità Militante di Raido si ritrova di nuovo all’EUR, con Riccardo Rosati, per ripercorrere le tappe di “Arte e Politica – Viaggio alla scoperta dell’Eur razionalista”, con coloro che non erano riusciti a partecipare all’edizione del 10 ottobre scorso, a causa del numero massimo di prenotazioni raggiunto.
Apparentemente, potrebbe sembrare una ripetizione di un evento già organizzato, ma non è così, a testimonianza che lo spirito che ha assunto plasticamente forma da questi marmi continua a dar loro vita.
Infatti, se l’uscita del 10 ottobre, svolgendosi al pomeriggio, ci ha mostrato la candida linearità di questi giganti tingersi progressivamente del rosa dorato del tramonto, quella di questo 7 novembre, svoltasi di mattina, ne ha invece esaltato il potente chiarore: quello di una forza santa che, colonna tra il Cielo e la terra, si impone nelle anime, oltre i secoli.
Tale dimensione ‘metafisica’ ci ha colpiti a pieno sin dalla prima tappa, al Palazzo della Civiltà Italiana: un tributo al sole, che vi riversa sopra tutta la realtà della propria poetenza simbolica, nel sapiente utilizzo della luce di cui è sostanziato.
Ma soprattutto, con grande fortuna, diversamente dalla scorsa volta, troviamo il Palazzo aperto: possiamo così ammirarne da vicino tutte le 28 statue che si susseguono armonicamente lungo tutto il suo perimetro, stridendo fortemente con l’attuale destinazione a cui l’emblema più iconico del Razionalismo italiano è stato condannato.
Nuovamente, ci hanno accolto le tappe della volta precedente: il Palazzo delle Fontane, con il suo Genio e il bassorilievo di Publio Morbiducci – che, da Romolo a Mussolini, ripercorre tutta la tradizione di Roma –, il Palazzo dei Congressi e il Museo della Civiltà Romana. Un luogo, quest’ultimo, dalla grande forza evocativa, a cui la nostra Comunità è particolarmente legata. Già ospitati nel 2013, in una visita guidata da Mario Polia, abbiamo cercato, anche ultimamente, di farlo sempre più nostro, in una pulizia straordinaria che lo restituisse a tutti colore che possano coglierne la grandezza; evidentemente pochi, in questo mondo di barbari. Infatti, a malincuore, è stato subito possibile notare che questo luogo versa nelle stesse condizioni di degrado di qualche settimana fa, prova che la Bellezza e la Grandezza sono un sentire troppo alto per l’uomo moderno.
In ogni caso, abbiamo vissuto una giornata diversa.
Corroborati dal limpido cielo mattutino e dal calore luminoso del Sole, questi luoghi riacquistano la loro potenza simbolica e purificatrice per tutta la visita, grazie alle forme e al marmo di quest’arte squadrata, lucente e viva. Quella dell’EUR è una bellezza che si giustifica e si fa contemplare di per sé , schiudendosi alle anime e schiudendo alle stesse profondi istanti di reale armonia, salvifico ristoro dai quotidiani isterismi che ci insidiano.
I principii di questo quartiere ideale (e non “ideologico”, come quelli dell’architettura di stampo marxista), inteso come forma di un’idea che trascende tempo e spazio, vedono nella continuità e nell’universalità il loro centro, fungendo da cornice del Cielo: quello visibile e quello delle nostre anime. È un luogo – va ripetuto – doricamente metafisico, quello che ci ha accolti, le cui forme, fisse oltre il tempo, non sono però mai le stesse, in un unità architettonica che è, prima di tutto, principiale. Tutto nasce continuamente, dalla fonte ineusaribile delle idee che l’hanno fortemente voluto, per trasmettere un bagliore di eternità: coltivazione dell’anima e consacrazione della scelta.