<p style="text-align: justify"><a href="http://farm4.static.flickr.com/3593/3472606584_15b81f029a_o.jpg"><img style="float: left" src="http://farm4.static.flickr.com/3593/3472606584_15b81f029a_o.jpg" alt=" " hspace="10" vspace="0" width="250" height="353" align="left" /></a><span style="text-decoration: underline"><strong>RECENSIONE (generale)</strong></span></p> <p style="text-align: justify">Per la prima volta nella storia <strong>dell’Istituto Storico della R.S.I.</strong> si è svolto un “Campo d’Istruzione e di FormAzione” rivolto a giovani militanti (e non) che da più parti d’Italia hanno deciso di impegnarsi in questa tre giorni di approfondimento, lavoro e confronto cameratesco. Per questo, l’occasione di quest’anno si è rivelata per molti versi una scoperta del tutto inaspettata, rispetto a quanto già fatto in passato all’Istituto. Felice scoperta di tante realtà che – seppur divise da centinaia di chilometri (Monza, Catanzaro, Trieste, Roma…) e in molti casi senza conoscersi a fondo – si sono ritrovate insieme, nella condivisione degli stessi ideali e valori.</p> <p style="text-align: justify">L’Istituto Storico della R.S.I. è così diventato per vecchi e nuovi frequentatori un momento per ricaricare le batterie: non quelle del corpo – sebbene riposo e cibo non siano mai mancati – ma quelle del cuore… quelle batterie che il mondo moderno con i suoi ritmi frenetici e le sue menzogne scarica ed insabbia nella monotonia della quotidianità.</p> <p style="text-align: justify">In tal modo, questo <strong>1° Campo d’Istruzione e di FormAzione dell’Istituto Storico</strong> è stato veramente l’occasione giusta per liberarsi una volta tanto dalle catene borghesi del mondo, e per fermarci a riscoprire veramente chi siamo, ritrovando il senso delle nostre “origini”. Così il confronto cameratesco, l’approfondimento culturale e la riflessione sull’esempio dei caduti della R.S.I., insieme alle ore spese nel lavoro comunitario, sono state tutte tese a dare risposta ad una domanda: come possiamo noi far rivivere in una società così meschina l’eroismo dei nostri padri? Com’è possibile traghettare i valori, gli esempi, dei combattenti dell’onore fino a noi: militanti del terzo millennio?</p> <p style="text-align: justify">Nel dare una risposta concreta e militante a questa domanda si è sviluppato il nostro Campo: infatti alle vane parole abbiamo deciso di sostituire una più sana “oratoria dei fatti”, come nell’insegnamento del Capitano Codreanu.</p> <p style="text-align: justify">La mattina, dopo la sveglia alle 7:30, fatta colazione tutti insieme, si parte subito col lavoro. Qualche pulizia qua e là, una verniciata a qualche porta un po’ precaria e si parte… giorno dopo giorno ci siamo accorti come lavorare insieme ci abbia reso tutti più uniti ed allo stesso tempo tutti partecipi di una comune “casa” – l’Istituto – ove ognuno, nella misura in cui ha potuto, ha dato il proprio contributo.</p> <p style="text-align: justify">Dopo il lavoro mattutino, seguito dall’ottimo “rancio” preparato dai nostri camerati in cucina, nuovamente qualche ora di lavoro fino alle 17:00 in cui, lasciati gli arnesi da lavoro, si è passati alle conferenze. Conferenze non per intellettuali né accademici, ma per uomini e donne che alle belle parole preferiscono il contributo di relatori “militanti” che come tali hanno parlato, faccia a faccia, a militanti. Così le conferenze di questo Campo, seppur apparentemente diverse nei temi trattati – dalla ricerca storica revisionista, fino all’etica guerriera – sono state tutte legate da una comune finalità: <strong>proiettare l’eroismo nel presente partendo dall’esperienza e dalle gesta del passato ma, col pensiero rivolto al futuro</strong>.</p>
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