Un pubblico molto numeroso ed attento ha seguito i lavori del convegno “Rene Guenon. Testimone della Tradizione” un evento lungamente atteso e che non ha deluso le pur alte aspettative dei convenuti. Era da anni, infatti, che non si parlava di Rene Guenon in un contesto esterno ai “salotti buoni” del guenonismo, perlopiù animati dalla massoneria.
L’argomento è impegnativo, i relatori qualificati e gentilmente disponibili a dare il loro prezioso e disinteressato contributo, il pubblico che gremisce la sala concentrato come in poche occasioni si riesce a vedere.
La breve introduzione fatta da Raido, riallacciandosi all’editoriale del numero monografico della rivista Heliodromos dedicato a Guenon e presentato in occasione del convegno, focalizza il senso e l’ambito dell’iniziativa e traccia alcuni punti che ricorreranno, sotto altri accenti, anche negli interventi dei relatori.
L’introduzione, evidenzia che i contenuti del convegno sono pertinenti una categoria della conoscenza che trascende l’ambito politico, il quale, nelle sue migliori espressioni, è un’applicazione contingente dei principi metafisici ed universali che soli, se rispettati, conferiscono legittimità alle formulazioni politiche o di qualsiasi altro ambito.
Non manca un richiamo all’inefficacia dell’assunzione solo “mentale” della dottrina tradizionale, la cultura in se stessa e di per se non aiuta. Deve essere informata dalla dottrina ed a sua volta deve informare l’azione altrimenti sia la cultura che l’azione sono vane e perniciose distrazioni.
Viene sottolineato che, al contrario di quanto sia stato detto da alcuni circa la mancanza di indicazioni “pratiche” nelle opere di Guenon, tali indicazioni ci siano ed anche ben formulate. Semplicemente molti hanno deciso di ignorarle perché seguirle sarebbe coinciso con lo smettere di fare secondo il proprio gusto e “parere” che “parendo” il più delle volte non è.
Il primo relatore Enzo Iurato – in rappresentanza di “Heliodromos” – ricordando il compianto Gaetano Alì, ne ha evidenziato il merito di aver guidato il gruppo Heliodromos allo studio serio ed approfondito delle opere di Guenon. Il convegno odierno ed il numero della rivista monografico su Guenon sono sotto più di un aspetto con gratitudine dedicati alla memoria di Gaetano Alì.
L’intervento di Iurato secondo il titolo “Vanità della cultura profana”, ha evidenziato gli sforzi che Guenon fece per mettere in guardia dalla vana erudizione che il più delle volte ostacola la conoscenza invece di favorirla. Come esemplificazione di queste indicazioni è stato commentato lo studio che Guenon dedicò a San Bernardo di Chiaravalle. In lui viene presentato l’esempio dell’uomo che mai cadde nella trappola dell’erudizione fine a se stessa, bensì tale devianza combatté con infaticabile zelo e successo. Grazie all’ irraggiamento delle sue virtù eminenti in lui si manifestava “l’azione della grazia divina che penetrando in qualche modo in tutta la sua persona di apostolo ed irraggiandosi al di fuori per la sua sovrabbondanza, si comunicava attraverso lui, come per un canale.”
Giova ricordare che San Bernardo fu eletto da Dante quale guida negli ultimi cieli del Paradiso.
La messa in guardia dalla vana erudizione, lungi dall’essere una santificazione dell’ignoranza, vuole avvisare circa la distanza che corre tra chi si applica allo studio nella ricerca del vero, e coloro che accumulano nozioni secondo il gusto enciclopedico caro agli illuministi.
In chiusura di intervento viene ribadito il concetto tradizionale che ogni forma di arte abbia un suo proprio valore in quanto l’artista vi replichi un archetipo divino offrendolo alla contemplazione dell’osservatore. Quindi ogni forma di arte ha la sua legittimità in quanto veicolo verso il vero. Dato questo criterio, è possibile il discernimento circa le opere passate presenti e future.
Il secondo intervento curato dall’Ing. Claudio Lanzi, responsabile della Associazione Culturale di Studi e Ricerche sulle Tradizioni Spirituali Simmetria, affronta un tema cruciale delle opere guenoniane “La dottrina degli Stati molteplici dell’Essere”. La capacità di Lanzi di rendere fruibili ai più concetti difficili, offrendo esemplificazioni ed immagini chiarificatrici, ha strappato lunghi applausi e vivo apprezzamento. La verve del relatore ha dato una sorta di sobria leggerezza ad argomenti che sarebbero potuti risultare “pesanti”.
Il primo concetto da cui Lanzi ha preso il via per la sua esposizione è stato “Essere è diverso da esistere”. Da qui una serie di approfondimenti che ha dato parecchi spunti di assimilazione dei concetti espressi di cui ci piace ricordare quello riguardante la simultaneità dei vari stati dell’essere e non la loro cronologica successione, essendo il tempo (ed anche lo spazio) elemento proprio solo di alcuni stati peraltro limitati della manifestazione.
Alla fine dell’intervento sono emersi chiarissimi i limiti del pensiero logico-discorsivo, incapace da solo e senza il dono dell’intuizione conoscitiva trascendente, di dare all’uomo l’accesso al vero.
A margine dell’intervento, riguardo i limiti delle facoltà soltanto umane, viene citata la provvidenziale funzione dei dogmi nelle tradizioni legittime. Tali dogmi racchiudono e proteggono nuclei di verità metafisiche cui ognuno aderendo, può conformarsi, ed ognuno, secondo disposizioni e qualificazioni proprie, può, contemplando, assimilarne per identità l’essenza, in misura corrispondente a dette qualificazioni.
Il terzo intervento del professor Claudio Mutti ha il titolo “Fenomenologia della controiniziazione nell’epistolario Guenon-Lovinescu”.
La corrispondenza recuperata con perizia a Bucarest dal professor Mutti ha il merito di evidenziare modalità e dinamiche delle prassi controiniziatiche. Si evince la storia non narrata che si nasconde dietro la storia degli eventi ufficiali, di cui alcuni retroscena spesso vengono deliberatamente taciuti.
Ascoltando la relazione si intuisce il carattere molto attivo degli agenti della controiniziazione, i quali pur obbedendo a strategie anche plurisecolari, non tralasciano di curare interessi economici di arricchimento personale arrivando ad accumulare autentiche fortune, che purtroppo per loro a ben poco gioveranno una volta concluso il transito terreno (in Paradiso non si entra pagando in oro e preziosi).
In apertura di intervento una citazione di Guenon chiarisce che il dominio della controiniziazione resta limitato al piano materiale e psichico (quello peraltro dove la potenza dei maitre a pensier si dispiega maggiormente) senza poter giungere nelle sfere spirituali il cui accesso risulta precluso a tutto ciò che è impuro. Torna in mente Lucifero il quale opera instancabilmente la sua iniquità solo nel mondo terrestre ed infero e giammai nel regno celeste dal quale fu per sempre cacciato dopo la sua ribellione.
Questo intervento rende tutti più consapevoli circa il fatto che tutti siamo oggetto delle mefitiche influenze sparse dagli agenti della controiniziazione mediante la creazione di stati d’animo collettivi. Nessuno di coloro che vive connesso a TV-WEB-Social Networks è immune dalle mode psichiche da essi create e diffuse. Occorre vigilare per restare padroni del nostro sentire e del nostro volere.
L’intervento del professor Sandro Consolato dal titolo “René Guenon e le Tradizioni Amerindie” offre uno scorcio sull’interesse di Guenon per le tradizioni dei popoli delle Americhe. Senza esporre tutti i dettagli della sua relazione riportata per intero nel numero di Heliodromos presentato al convegno, Consolato ci riserva alcune chicche storiche quale ad esempio la breve esperienza della repubblica autonoma di Panama creata da una tribù india e esistita per un breve tratto sotto il segno della ruota solare. L’intervento mette in luce che Guenon, in base ai dati tradizionali rinvenibili in tempi ancora recentissimi, riconoscesse a queste tradizioni, almeno in alcune sue forme, il più alto grado di possibilità realizzative.
L’ultimo intervento dell’Avvocato Carlo Corbucci è stato decisamente “tonificante”.
Il titolo “Chi ha paura di René Guenon” espone un argomento diffusamente trattato dal Corbucci nel numero monografico presentato al convegno. Nel suo intervento a braccio Corbucci è stato incisivo, netto, preciso. Ha invitato tutti i convenuti a cercare e dare a se stessi delle risposte non evasive circa il senso della vita e degli stati successivi al nostro transito terreno. Ha chiesto il coraggio delle scelte e delle azioni coerenti conseguenti.
Già dopo poche parole risultano azzerate le illusioni di autorealizzazione che il nichilismo pervasivo in tutti i suoi rivoli e diversi camuffamenti, induce nei moderni e nei contemporanei. A proposito del nichilismo e della superbia che sempre l’accompagna, è stata importante la sottolineatura che la conoscenza ultima è un dono per attrazione dall’alto e non può essere determinata da se medesimi solo con la propria volontà.
Al termine di questo intervento vibrante di ferma chiarezza, tutti i relatori sono stati invitati sul palco per la sessione di domande del pubblico. Per motivi di tempo è stato possibile trattare una sola domanda riguardante la possibilità di integrare con l’Esicasmo la pratica religiosa cristiana per coloro che volessero entrare nella profondità della sapienza rivelata.
A tutti i relatori sono stati tributati calorosi e prolungati applausi.
Per ogni partecipante è stato un pomeriggio ricco di spunti. Semi che sarà sua personale responsabilità coltivare affinché diano frutto.