“Per cosa combattiamo?”, non basterebbero mille parole, eppure una sola sarebbe sufficiente, per rispondere all’interrogativo posto con questa conferenza alla quale è intervenuto Mario Polia. Teoricamente è molto semplice, ma è nel mettersi in gioco che nascono i problemi, dovendo da quel momento metterci a fare i conti con il nostro peggior nemico: il nostro ego. Quella dimensione sfuggente, oscura e meschina che alberga in noi e che mai vuol piegarsi. Ma poiché a noi le teorie piacciono ben poco, il 7 dicembre, quando ormai il Solstizio è dietro l’angolo, in via Sciré 21-23, ad indicare la “stella maris” da seguire è Mario Polia, nostro affezionato amico nonché esempio di lotta.
Spesso si organizzano conferenze piene di questioni articolate e complesse, se non “originali” a tutti i costi, così lontane dal nostro intimo che diventano polvere per accrescere solamente una sterile erudizione. Per noi è fondamentale invece tornare all’essenziale, tornare ad alimentare quel fuoco che, all’inizio del nostro percorso militante, i nostri quattordici o sedici anni hanno acceso rispondendo intimamente alla domanda: “Per cosa combattiamo?”. Il lavoro, la famiglia, i problemi quotidiani: “acqua” che tenta sempre di soffocare questo fuoco. E più si va avanti più rischia questa marea di sommergerci, se non si hanno salde radici. Al Solstizio d’Inverno è perciò necessario rinnovarci, col Sole, quel Sole interiore che è ciò per cui combattiamo.
Combattere tutti i giorni contro le tenebre che avanzano, contro il pericolo di un amore non sano, che possa soffocare l’uomo e la donna che non domano le passioni, frutto del loro individualismo;, ci ammonisce Mario Polia. Contro il pericolo della brama di denaro, di prestigio, del “farsi una posizione”, che ci porta a dimenticare noi stessi, chi ci sta a fianco e i nostri Princìpi; contro le maschere del Pulcinella maledetto che sussurra sempre all’orecchio “ma chi te lo fa fa?!”.
Per questo noi combattiamo. Perché il combattimento è in ogni momento, in ogni dove: in noi stessi è il campo di battaglia; la zolla di terra che dobbiamo coltivare con la virtus, quell’humus che non dia come frutto un homo, bensì un vir che, una volta tornato alla terra stessa, non sia per i posteri un triste ricordo ma un onorevole antenato che continui a vivere nella sua stirpe.
Noi combattiamo per la rivoluzione, quella della nostra anima, condotta con le armi dello Spirito; perché l’unico rivolgimento che possiamo imporre all’esterno non è che il frutto e la conseguenza di una nostra rinnovata interiorità: non v’è “giustizia sociale” senza uomini e donne “giusti”.
Ma allora, come metterla col nemico di sempre, il nostro, già menzionato, ego, che sempre ci insidia? Ci interroga Polia. Essendo inscindibile dalla nostra stessa umanità è necessario metterlo al servizio della nostra Idea, afferma, donandole tutte le nostre qualità, i nostri miglioramenti, le nostre conquiste; tutto ciò che di materiale, morale, etico ed estetico possiamo offrirle. Domandolo come il cavaliere doma il cavallo. Affinché non sia tutto ciò cibo per la bestia che in noi vuole avanzare ma legna che nutra il nostro fuoco. Così, allo stesso modo del fuoco, possiamo noi rischiarare le tenebre col nostro stesso sacrificio.
“Ut Bonum, Iustum, Faustumque sit!”, così il relatore ha salutato una sala gremita che, con una concentrazione ininterrottamente protrattasi per un’ora e mezza, l’ha ringraziato per questo contributo; perché queste parole siano semi da piantare nelle nostre anime.
L’appuntamento è per venerdì 13 dicembre alle 20.30, sempre da Raido, con Cesare Ferri, per la presentazione del suo ultimo romanzo Fuori dal giro a cui farà da sfondo un aperitivo. Proseguirà anche in quell’occasione la campagna tesseramenti 2014, già aperta in occasione di questo incontro.
Per un nuovo anno di Lotta e Vittoria!