Venerdì 15 settembre si è svolta presso i locali di Raido la presentazione del libro “Rappresentazioni in nero”, avendo come ospiti due degli autori che hanno redatto questo volume a più mani, e cioé Mario Merlino e Rodolfo Sideri.
Dopo un’ introduzione da parte della Comunità Militante Raido hanno preso la parola i relatori, illustrando quel Fascismo così eterogeneo che ha saputo sintetizzare molteplici idee e visioni. Quel Fascismo che, riprendendo le parole del professor Rodolfo Sideri, si è concluso storicamente ma non compiuto. La sua fine ha avuto luogo in guerra, a vent’anni, troppo giovane dunque per poter avere avuto una maturità con una forma definitiva.
Un Fascismo in evoluzione, ricco di diversità ma universale, che avrebbe dovuto superare i confini italiani e divenire la base ideale della nuova Europa. Emblematiche le figure dei fiorentini Alessandro Pavolini e Berto Ricci che riassumono ed incarnano lo “Squadrismo colto”. Coniugando l’idea all’azione, essi furono intellettuali e uomini d’azione, un legame oggi spesso spezzato ma una volta imprescindibile.
I relatori hanno poi illustrato la figura di Goffredo Coppola, filosofo e saggista, emblema di un Fascismo che trascende il singolo e si erge a valore universale di un mondo che cadeva sotto i micidiali colpi inferti dal Modernismo. Tanto che egli disse che non avrebbe potuto sopravvivere alla fine del Fascismo in quanto esso incarnava tutto ciò per cui egli dedicò la sua vita. Coppola comprese che la Seconda guerra mondiale era una guerra che travalicava gli interessi delle singole nazioni, una guerra tra mondi, o meglio, visioni del mondo diverse ed opposte.
Il professor Mario Merlino, in seguito, ha raccontato anche del particolare e tragico episodio di un franco tiratore fascista catturato dagli alleati per essere fucilato sul posto. Prima di morire si sistemò camicia e capelli in un cerimoniale che ricorda l’usanza spartana di pulirsi e ordinarsi prima di una battaglia per arrivare “belli alla morte”. Uno stile, ordine e disciplina, valori che trascendono la fine dell’esistenza terrena di questi uomini.
Al termine della conferenza i relatori hanno risposto alle domande del pubblico che hanno offerto nuovi spunti per riflettere. Al di là delle importanti informazioni e storie raccontate è stata sicuramente un’occasione per conoscere esempi che fanno riflettere su quanto gli sterili intellettualismi di oggi siano ben poca cosa di fronte a chi alle sue idee e parole fece seguire i fatti, portati fino all’estremo sacrificio. Spunto di riflessione fondamentale per una memoria che va onorata con l’azione.
Arrivederci al 30 Settembre per la presentazione della nuova edizione accresciuta di “Indirizzi per l’Azione Tradizionale”!