Se esistono luoghi ancora lontani dal caos della modernità e dalla sua frenesia, è doveroso sfruttarli per chi ancora dedica la sua vita ad un lavoro su se stesso; e allo stesso modo, se esistono ancora comunità e singoli con un progetto comune, la visione del mondo spirituale, verticale, e la chiara e ferma volontà di operare nel decadente mondo che ci circonda, essi hanno il dovere di serrare i ranghi, di gettare basi per creare progetti ed iniziative che siano argine contro la corrente del caos che avanza.
Su queste premesse ancora una volta si è voluto dare seguito all’esperienza positiva di Kultur Lab: un’iniziativa nata nel 2017 e giunta alla sua seconda edizione nel 2018, tra le montagne del Reatino, per volontà di uomini e comunità militanti consapevoli di riaffermare uno stile militante che solo, è la premessa indispensabile per essere realmente rivoluzionari, nel nostro ambiente e soprattutto all’esterno.
Una palestra di idee, un laboratorio di formazione militante, un’occasione per conoscersi concretamente, scambiarsi esperienze e lavorare insieme. Facendo propria una prospettiva imperiale e organica, Kultur Lab è stata un’occasione con la quale le Comunità partecipanti si sono sforzate di sublimare le proprie peculiarità nell’ottica di un terzo elemento; di andare all’essenziale per individuare quel filo rosso, ossia la comune Weltanschauung, che unisce i militanti da Nord a Sud.
Ma perché un “laboratorio”? Perché lo strumento della formazione militante è l’unico modo possibile per la costruzione di un fronte comune che, indipendentemente dalle singole specificità, sappia sviluppare uno spirito fra comunità militanti di fattiva collaborazione. Quel fronte dove singoli e gruppi militanti, accumunati dallo stile militante e dagli stessi riferimenti fondamentali, possano conoscersi concretamente, scambiarsi esperienze, condividere progetti, lavorare insieme. Senza pan-cameratismi né velleità imperialistiche, riconoscere il simile – dovunque si trovi in Italia, oggi – quale assunzione di responsabilità nella trasmissione alle giovani generazioni di un testimone che non è nostro, ma eterno e che come tale va tramandato.
Riunire ciò che è sparso, fare fronte comune, difendere la medesima trincea dell’idea. Kultur Lab è stato questo e molto di più. Ha dato luogo infatti ad un’esperienza totale, in cui tutti i momenti della vita militante hanno visto attuazione: dall’aspetto comunitario della condivisione dei pasti, delle brande e degli angoli di pavimento dove appoggiare il sacco a pelo, a quello delle riflessioni scaturite da una lettura comunitaria o dalle pillole di fuoco sacro lanciate dagli intellettuali militanti che si sono susseguiti nelle varie conferenze. Senza dimenticare i canti e alle attività ginniche mattutine, nel solco del vecchio, ma sempre attualissimo, adagio del “mens sana in corpore sano”.
Per il secondo anno Kultur Lab ha dimostrato essere un avamposto in cui le insegne della Tradizione garriscono al vento: ai militanti l’onore e l’onere di innalzare tali insegne in tutti i momenti della propria vita, vivificando così l’esperienza appena vissuta. Un luogo intimo, aperto agli amici ma chiuso ai nemici, rappresentato dal simbolo che abbiamo scelto per il progetto Kultur Lab: una fortezza (interiore ed esteriore) all’interno della quale edificare noi stessi e da cui partire per lanciare l’offensiva.
Per la prossima edizione del 2019 sono già state gettate le prime idee su novità e conferme, perché la marcia non si ferma e il laboratorio è una fucina in piena attività!