Anche quest’anno ci siamo ritrovati in vetta per il campo invernale.
Le valli abruzzesi ci hanno accolto in una tregua invernale, un cessate il fuoco, un segno di non indifferente benevolenza.
Le nevicate copiose in questa zona, infatti, pur richiedendo un maggiore impegno e fatica, non hanno impedito di riunire una Comunità in marcia, determinata a fuggire le comodità borghesi per ardere come un fuoco nella notte fredda.
E, infatti, non siamo stati gli unici a cogliere l’occasione del bel tempo per immergerci nella natura: la differenza, però, sta nel come e non nel cosa. Oggi è alla portata di tutti vivere esperienze nella natura, ma sono pochi a non vedervi una mera occasione di evasione, di distensione da ritmi e responsabilità metropolitane o, ancora, un agonismo sportivo che spesso non va oltre la mera “sensazione”.
Il nostro come è la ricerca dell’eroismo. Siamo saliti per mettere in discussione e verificare il nostro Amore, la nostra scelta: siamo chiamati a farlo ogni giorno, ma la montagna ha il potere di metterci a nudo e far emergere ogni limite.
Limiti personali che non vengono nascosti né messi da parte: siamo qui per superarli. E allora montare le tende, procurarsi della legna, accendere un fuoco, cucinare, mettersi a disposizione dell’altro, diventa il più sentito confronto per una Comunità umana.
La tensione all’eroismo, però, è dominata poiché frutto non di entusiasmi momentanei o furori d’orgoglio bensì dalla volontà di Essere Esempio.
La notte fredda è stata spezzata dai canti e dalle risate che hanno riscaldato i cuori e preparato le anime ad affrontare l’ascesa notturna.Tornati a valle, stanchi, con poche ore di sonno e i brividi ancora in corpo, ci siamo accorti che qui ad opporre resistenza ai nostri passi non c’è la copiosa neve, bensì solo la nostra volontà.