Nella tarda mattinata del 16 agosto di questa estate, in uno dei vicoli di Colli del Tronto ha ripreso l’antica abitudine di vivere lo spazio della strada per l’incontro, lo stare insieme e il raccontarsi nel clima familiare e per questa volta anche cameratesco.
Rutilio Sermonti, in ottima forma, ha accolto quanti lo hanno raggiunto per condividere qualche ora con lui nell’avvicinarsi del compimento del suo 93° anno. Con pacatezza ha chiesto di non esprimergli gli auguri per il giorno che andava a chiudere il suo anno, ormai trascorso, ma per i giorni del 94° anno che sarebbe iniziato da lì a poco. E con lo sguardo rivolto all’esserci nel divenire l’augurio auspicato non poteva che essere proiettato in avanti.
In queste parole la prima lezione: perché crogiolarsi in quanto è trascorso se c’è da pensare a come vivere un anno intero davanti a noi?
Lo sguardo al futuro allora! Futuro dove certo non mancherà di produrre analisi, elaborazioni e riflessioni a sorreggere quanti si animano di Militanza nel tracciare una strada, un percorso, un progetto che sappia incidere nella realtà sempre mutabile in cui viviamo.
Rutilio Sermonti ha rinnovato, nel lungo percorso della sua esistenza, la capacità di farsi ascoltare ed essere significato per le generazioni più giovani a partire dalla guerra che andava a concludersi nello scontro in armi. Da quando i riferimenti certi dello Stato e della Nazione si sono indeboliti con l’immediatezza dell’effimero che ha ubriacato con il suo materialismo staccando le esistenze dal senso degli eventi e del destino comune.
Sempre soprattutto i più giovani, ma non solo loro, hanno ritrovano nella profondità dell’azzurro del suo sguardo la rassicurazione della dolcezza che contiene, la forza dell’acciaio temprato che incita a distinguere tra bene e male; lo sprone dell’intensità che chiama la lotta.
Vicino a lui c’erano volti sorridenti dall’età disuguale, profumi e sapori di vino dalle terre etnee e di biscotti dall’Agro Pontino, voci di molte parti d’Italia dagli accenti locali, laziali e friulani a fargli da cornice nello spazio ombroso davanti alla sua abitazione nella ventilata mattinata di sabato. Ma soprattutto c’era il sentire dei cuori: quello dei presenti disposti a semicerchio davanti a lui come a tendergli un abbraccio; il sentire dei cuori dei lontani per rivolgergli un pensiero di affetto, con l’omaggio dei vini friulani e siciliani, e i biglietti con i saluti per testimoniargli il riconoscimento e la riconoscenza verso la volontà indomita di esprimere il dovere, il desiderio, la forza, la tenacia e la gioia di militanza quale scelta rinnovata sempre.
Superfluo indicare le comunità presenti. E mentre un imprescindibile pensiero di affettuosa nostalgia accarezza il ricordo del caro Celsio Ascenzi, riconoscenza particolare va alla continuità, nella concretezza della vicinanza, dei camerati marchigiani che impersonalmente e senza ricercata visibilità alcuna sanno essere vigili e premurosi, sanno sacrificare tempo e impegno perché tutto proceda al meglio.
Un impegno quotidiano di scritti di carattere storico e politico, di redazione di romanzi e articoli oltre alla sconfinata produzione artistica, la partecipazione ad innumerevoli incontri di testimonianza e di divulgazione vedono Rutilio Sermonti presente per veicolare un messaggio profondo e importante per la riflessione e la formazione che quando si rivolge ai giovani non disdegna i meno giovani: tutti spronati a studiare, ad approfondire e conoscere.
E spesso al compleanno si avvicina anche l’idea del regalo. E duplice il dono: quello ricevuto con l’esserci nella fisicità e nell’animo da parte di tutti, e quello di omaggio destinato alla generazione che si misura nel confronto con la vita. A quei ragazzi che spesso lo circondano con affetto, ammirazione e considerazione nel compiere il proprio 93° anno Rutilio Sermonti ha dedicato Serenata di un vecchio ai giovani con l’attenzione genitoriale dell’amore, della cura e dell’attenzione cameratesca che sa di responsabilità assunta verso di loro perché nelle generazioni che li precedono possano ritrovare riferimenti ed esempio.
Innalzando i calici per te e per noi: “Buon Anno, Rutilio!”
(Lorella)